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Tecnostress e Smartworking

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Pubblicato da Patricia Wallace in COVID · 11 Settembre 2020
Tags: TecnostressSmartworkingTecnostresseSmartworking
l tecnostress in psicologia può essere descritto come una sindrome causata dall’uso continuativo e contemporaneo di apparecchi informatici e digitali, dalla gestione di un flusso continuo di informazioni provenienti dalle tecnologie e dalla errata ergonomia dei luoghi e delle attività di lavoro (come per esempio l'utilizzo eccessivo di internet e della telefonia).

Gli effetti del tecnostress possono essere riscontrabili concretamente in disturbi quali ansia, fatica mentale e attacchi di rabbia;i quali possono essere diagnosticati anche da uno psicoterapeuta; portare quindi ad una diminuzione del livello di produttività del lavoratore in Azienda e, parallelamente, ad un aumento del rischio di infortuni sul lavoro.


Perché occuparsi del tecnostress?

Valutare il tecnostress è un obbligo normativo, in quanto rientra nell'obbligatorietà di effettuare la valutazione dei rischi ai sensi del T.U 81/2008 e D.lgs 106/2009.

Inoltre, secondo gli studi attuali, esso rappresenta il Rischio d’impresa del terzo millennio.Le conseguenze delle tecnologie nel lavoro hanno subito un’evoluzione nel tempo ed in particolare dal passato al futuro:


IERI =>stress derivato da impegni e dalla preoccupazione per i risultati

OGGI => stress derivato dalla gestione di informazioni e dall’utilizzo continuo di tecnologie digitali per soddisfare gli impegni e alleviare le preoccupazioni.

DOMANI => stress derivato dalla gestione di informazioni, dall’utilizzo continuo di tecnologie e/o assenza di connettività.

Per permettere alle Aziende di gestire nella maniera più efficace ed efficiente il potenziale rischio tecnostress, PRIMA Training & Consulting propone la realizzazione di alcune attività preventive, attraverso l’utilizzo di metodologie finalizzate al contenimento del livello di rischio (quali ad esempio la Riorganizzazione del carico cognitivo per limitare il sovraccarico, detto “information overload”), tramite la realizzazione di attività di Informazione - Formazione sul rischio, formazione continua degli utenti per l’aggiornamento delle competenze necessarie all’utilizzo delle tecnologie con una revisione dei percorsi informativi/formativi aziendali.

Inoltre, può realizzare una valutazione approfondita, valutazione specifica realizzata con l’ausilio di una check list/questionario che analizza i potenziali fattori di rischio sul lavoro per poter poi trovare azioni di miglioramento attuabili.


Inoltre, con il servizio di consulenza, si possono valutare tramite programmi ad hoc la messa in atto di Azioni di miglioramento sugli ambienti di lavoro, implementazione e organizzazione di attività che permettano ai lavoratori una diminuzione delle sintomatologie che possono essere relazionate con l'ansia causata dal tecnostress.



Il tecnostress e lo smartworking
lavorare da casa

Il rischio tecnostress potrebbe in certi casi essere maggiormente percepito da persone che svolgono lavoro da casa, ossia da individui che svolgono smartworking.

Lo smartworking, o lavoro agile, viene definito come una modalità flessibile di lavoro subordinato, che può essere svolto in parte all’interno dei locali aziendali e in parte all’esterno, utilizzando strumenti tecnologici, seguendo gli orari previsti dal contratto di riferimento e prevedendo l’assenza di una postazione fissa durante i periodi di lavoro svolti all’esterno dei locali azienda.

In teoria esso nasce per fare in modo che i lavoratori possano conciliare più agevolmente la vita privata e la vita lavorativa svolgendo il proprio lavoro da casa (telelavoro), e quindi tramite una forma di lavoro agile.

Nello specifico la Legge di Stabilità prevede che si possa aumentare la produttività e conciliare la vita e il lavoro conservando le agevolazioni fiscali e contributive.

Questa modalità, che permetterebbe agli individui di lavorare da casa, potrebbe però generare nuove forme di tecnostress relazionate con l'assenza di limiti di tempo e spazio che potrebbero portare i lavoratori ad essere sempre connessi (always on).

E' necessario conoscere a fondo questa nuova forma di telelavoro per assicurarsi del fatto che una migliore conciliazione tra vita privata e lavorativa non generi conseguenze dannose come il tecnostress.

Alcune aziende, per queste ragioni, hanno lanciato l'iniziativa del "detox aziendale" ossia specifiche ore durante la settimana in cui c'è una astensione dalla connessione anche per chi svolge lavoro da casa.


“Il rischio tecnostress va valutato, altrimenti si applica la violazione della norma che prevede l’arresto o l’ammenda”. (Raffaele Guariniello, Pubblico ministero presso la Procura di Torino, 2007)


“INAIL è in linea per prevenire le nuove malattie professionali come il tecnostress lavoro‐correlato”. (Giuseppe Lucibello, Direttore generale INAIL., 2013)



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